Lavorare in Irlanda malgrado il Coronavirus

Ci sono aziende che assumo in Irlanda nonostante il Coronavirus? In quali settori? Ecco l’impatto del Covid sul mercato del lavoro in Irlanda…

Non molto tempo fa, sulle pagine di questo blog, avevo dato indicazione su come cercare lavoro in Irlanda e a Dublino, pubblicando anche un utile (e sempre attuale) elenco di agenzie per il lavoro di Dublino.

Ora lo scenario lavorativo irlandese, come in altri paesi, è profondamente turbato e cambiato.

In questi giorni, molte persone mi hanno contattato per chiedermi un parere in merito alla possibilità trasferirsi a Dublino in cerca di lavoro. Mi viene soprattutto domandato se si riesce a trovare lavoro in Irlanda nonostante il Coronavirus.

Onestamente, trovo molto difficile rispondere a una domanda del genere. Istintivamente sarei portato a dissuadere ciascuno dall’andare a Dublino in questo periodo. Il Covid-19 ha segnato le economie di tutti i paesi e l’impatto del Coronavirus sul mercato del lavoro in Irlanda è stato altrettanto destabilizzante.

Prima della pandemia, le condizioni del mercato del lavoro irlandese erano prossime alla piena occupazione. Oltre 2,36 milioni di persone erano occupate e il tasso di disoccupazione è sceso al 4,7 per cento nel quarto trimestre del 2019. Dall’attuazione delle misure sanitarie pubbliche, che hanno richiesto la chiusura di tutte le attività non essenziali, quindi dal lockdown irlandese, circa 591.000 persone sono state licenziate/sospese e ricevono il sostegno del Pandemic Unemployment Payment (PUP).

Detto questo, mi son reso conto che non è corretto né consigliare né sconsigliare qualcuno ad andare in Irlanda per cercare lavoro malgrado il Coronavirus. Ognuno dovrebbe prendere le proprie decisioni sulla base di analisi personali, tenendo in considerazione la realtà dei fatti sul mercato del lavoro in un’Irlanda segnata dal Covid-19.

Ma qual è la realtà sul mercato del lavoro irlandese oggi?

Si può affermare che in questo momento l’Irlanda è avvolta da notizie di precarietà e perdita di posti di lavoro. Alcune aziende stanno soffrendo più di altre, tuttavia ci sono alcuni settori in cui le assunzioni sono effettivamente aumentate.

In generale, il mercato del lavoro è stato colpito duramente. Decine di migliaia di posti di lavoro nel settore dell’ospitalità sono stati i primi a sentire l’impatto del Covid-19. Il settore della ristorazione ha circa 70.000 disoccupati e il settore dei pub ha registrato oltre 50.000 perdite di posti di lavoro.

I settori dell’ospitalità, dell’assistenza all’infanzia e dei viaggi sono stati i più colpiti, data l’impossibilità di lavorare da casa e di regolare il distanziamento sociale. I settori dei servizi, tra cui il commercio al dettaglio sono stati prevalentemente chiusi, e in fase di riapertura sono in affanno.

Ulteriori perdite di posti di lavoro si sono verificate a causa delle imprese costrette a chiudere per motivi di distanziamento sociale, anche se molte di queste hanno cercato di implementare alternative innovative nel tentativo di rimanere aperte.

A seconda della durata di questa pandemia, vi saranno congelamenti delle assunzioni, nonché una riduzione dell’orario di lavoro.

Tuttavia, nei lavori in cui le persone possono lavorare da casa, molte aziende e dipendenti stanno facendo del loro meglio per adattarsi alla nuova norma lavorativa. Ci sono stati segnali incoraggianti da molte imprese che possono facilitare il lavoro a distanza.

Settori come la catena di approvvigionamento della vendita al dettaglio di prodotti alimentari, la logistica, l’assistenza sanitaria e le assicurazioni hanno visto un aumento di posti di lavoro vacanti da coprire.

I settori della sanità, della tecnologia, delle assicurazioni e di alcuni beni di consumo, hanno quindi dei processi di assunzione, così come le aziende di prodotti farmaceutici e di dispositivi medici.

Da non sottovalutare il settore IT. Ci sono delle sfide nel portare le apparecchiature IT, come i computer portatili, alle aziende e a quei lavoratori che operano in smart working. Infatti, la crisi ha creato una forte domanda di apparecchiature informatiche che facilitano appunto il lavoro a distanza.

È difficile fare previsioni in tempi come questi, ma l’attività economica dovrà continuare in una nuova normalità fatta di distanziamento sociale.

Gli irlandesi e gli immigrati che hanno perso il posto di lavoro, magari hanno svolto un’occupazione con competenze importanti di cui non si rendono nemmeno conto, ad esempio sono diventati esperti di servizio clienti, di gestione del denaro o di pratiche burocratiche. A queste persone viene rivolto l’invito ad analizzare ciò che la loro esperienza lavorativa ha comportato fino ad oggi e tirare fuori assolutamente tutte le competenze necessarie per identificare ciò di cui un altro datore di lavoro avrà bisogno. In fondo, questa è la vera sfida!

Inoltre, per chi abita in Irlanda, è il momento giusto di pensare all’aggiornamento professionale e ai corsi online disponibili. Molti di essi sono ora sovvenzionati da apposite reti di apprendimento.

Ovviamente, la maggior parte delle considerazioni fin qui fatte riguardano lavoratori che parlano correntemente la lingua inglese.


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